lunedì, novembre 20, 2006

"Oui, je suis Marie Antoinette"

Sofia Coppola è Marie Antoinette.

Terza tappa di un percorso sull' adolescenza femminile, iniziato con Il giardino delle vergini suicide e proseguito con lo splendido Lost in Translation, Marie Antoinette si pone come uno dei film più interessanti ed originali dell'anno.
Non è difficile vedere in questo percorso un filo conduttore che porta all'infanzia di Sofia, figlia di cotanto F.F.Coppola.
Solitudine, prigione dorata, peso delle responsabilità...Sofia ha vissuto tutto ciò. E cerca di affrancarvisi nel miglior modo possibile.

La Lux de Il giardino delle Vergini Suicide, la Charlotte di Lost in translation, Marie Antoinette... tutte immagini di Sofia, in altri tempi ed in altri luoghi.

Il suo merito principale è l'aver saputo tratteggiare magnificamente le gioie, le paure ed i sogni di un'adolescente catapultata a 14 anni in una prigione dorata.
Un'adolescente che si appresta a diventare Regina di Francia.

Nulla di polveroso, niente di stantio: Marie Antoinette vuole divertirsi, ha bisogno di divertirsi...il gioco delle carte, il fumo, i balli a corte ("Vi prego Maestà, non andiamo via...sono solo le 3 del mattino!")...e il rito dell' "andare a vedere l'alba", che ognuno di noi ha fatto almeno una volta a quell'età.

E poi il sesso, il sesso vissuto giocosamente: il Conte Fersen è un figo, e allora ci si guarda, si gioca, ci si seduce...e lo si immagina con aria sognante, come un poster in cui cavalca un destriero, esattamente come un'adolescente di oggi sogna davanti ad un poster di Robbie Williams.

E si indossano gioielli, si collezionano scarpe (in un' inquadratura fanno capolino delle Converse rosa, anacronismo perfettamente in accordo col tutto).
Così come la scelta di usare (fighissimi) brani di rock e pop anni '80 è un altro anacronismo per nulla forzato... l'incipit è entusiasmante anche per questo.
Classe sopraffina.

Sofia fa parte dei Gondry, dei P.T.Anderson, dei Spike Jonze, dei Wes Anderson, dei David O. Russell... gente che sta facendo quello che Scorsese & C. hanno fatto nei '70.
Esagerato? No, no...misurato!
Il tempo dirà chi ha ragione.

Se cercate la Storia andate da un altra parte.
Marie Antoinette non è il film che fa per voi.
Ma se vorrete lasciarvi trasportare da un' Autrice che usa la Storia come grimaldello per raccontare un po' di se (e di chi osserva, per chi ci si riconosce) allora siete capitati nel posto giusto.

domenica, novembre 19, 2006

My song

...a proposito di Keith Jarrett.
...a proposito di lirismo.
...a proposito di "Jarrett non suona jazz".
Fottetevi.

E Jan Garbarek ti strazia il cuore.

E il solo di Palle Danielsson in Country è fantastico.


E sembra un disco di stamattina.

Invece è del 1977.

Quando un disco può salvare una giornata andata a male. Ecco.