domenica, luglio 19, 2009

Venezia 2008 - Il basco bordeaux

Settimo anno veneziano.
Le premesse sono ottime: il trailer di Akiresu to kame (Achille e la tartaruga) mi riporta dalle parti di Hana-bi, e pur avendo apprezzato gli ingiustamente maltrattati ultimi due film, Takeshis’ e Kantoku banzai (specialmente il primo), il fatto di pensare ad un nuovo Hana-bi mi fa già scaldare il cuore.

Anche quest’anno seguirò tutto il festival, il film di Kitano verrà proiettato il 2° giorno (28 agosto) alle 19.00 in Sala Grande.


La sera del 27, in attesa di entrare al Palabiennale per vedere il film dei Coen, mi fermo all’Excelsior e vedo l’arrivo di Kitano in motoscafo.
Ogni anno la felicità nell’incontrarci è sempre maggiore.




E il Papa Kitano come al solito è fonte di grasse risate.


E’ presente anche il cast del film (tra cui il grande Yuregi Yanai, protagonista di Boiling Point), arrivato in vaporetto con Greg.
Per un disguido gli attori rimangono senza albergo e iniziano a vagare per il Lido alla ricerca di una sistemazione; io e Mathieu li troviamo dopo la mezzanotte di fronte alla Sala Grande.


Yurei-san lascia un segno della sua presenza a Venezia.


28 agosto. Ore 9.00.
Non appena arrivato al Lido, mentre faccio la fila al botteghino mi si avvicina una ragazza giapponese, Noriko.
E’ la studentessa di cinema che mi ha contattato mesi prima per dirmi che sta scrivendo la tesi su Takeshi Kitano e che…l’ultimo capitolo della tesi sarà interamente dedicato al Fan Club italiano!
110 e lode per il Kitano Takeshi Sassari-Venezia Fan Club!!!

Ci ritroviamo tutti al solito posto, il retrò del Casinò, con un gadget in più: un basco rosso.
Ogni anno penso a qualcosa che potrebbe colpire:Kitano è successo nel 2005 con l’idea di recitare e filmare alcune scene dei suoi film in spiaggia, nel 2007 con l’accoglienza indossando dei copricapi da samurai in plastica che mi aveva regalato a Cannes subito dopo l’intervista, e quest’anno…non appena ho visto il trailer ho pensato a come Kitano avrebbe sorriso se questa manica di pazzi che lo sostiene sempre avesse indossato un basco bordeaux come quello che il pittore protagonista, Machisu, indossa per tutto il film.
Detto fatto.
Foto di gruppo.


Arriva Kitano, vede i baschi e scoppia a ridere. Si ferma per alcuni minuti a firmare autografi e si diverte un mondo a fare il giullare.




Alcuni giornalisti mi dicono di conferenze stampa e di interviste in cui avrebbe ringraziato pubblicamente il fan club, commosso dall’idea del basco e dalla nostra presenza, “Io ammiro questi ragazzi, sono davvero colpito dalla loro accoglienza, io faccio i film per loro…”
Non sono leggende metropolitane, è tutto vero.
Forse il fatto che in Giappone i fan club siano “finti”, nel senso che sono organizzati e finanziati dai divi stessi per avere più pubblicità, ci ha resi ancora più speciali ai suoi occhi.

Ore 18.00.
Si avvicina il grande momento. Era dal 2002 che non ero così emozionato.
Durante la passerella ci troviamo di nuovo insieme ai ragazzi che recitano nel film.



Il motivo è che sono venuti a Venezia per conto loro e non hanno alcun accredito…ma ecco che succede l’incredibile: in sprezzo del rigido protocollo scavalcano ad uno a uno il muretto e vanno ad infilarsi di fronte ai fotografi…fantastico! :D
In questo video, realizzato dal nuovo grandissimo acquisto del Fan Club di quest’anno, Simone “Aniki”, potete vedere tutto ciò, e non solo.



A noi si unisce la giornalista della Asahi Tv, e carissima amica, Ako.


Inizia la proiezione ed inizio a piangere.
Per 2 ore.
Questo film fa male. Fa malissimo.
La sintesi perfetta di una trilogia che solo tra qualche anno forse sarà decodificata e capita appieno.
Questo film è un capolavoro, una riflessione profonda sull’Arte e su chi cerchi di farla.
Amara, tragicomica, reale.
In una sola parola: Kitano.

Mi viene da pensare ancora una volta a quanto sono fortunato ad avere un rapporto di questo tipo con Kitano, con questo Artista immenso, con questo fottuto Genio, a cosa posso aver fatto per meritare interviste esclusive a Cannes e a Venezia, ringraziamenti, biglietti omaggio, inviti a feste…
E per la prima volta trovo la risposta, e dico a me stesso “8 anni di passione infinita, creatività e lavoro duro. Cazzo, me lo merito.”

E la serata non finisce mica qua.
Alla fine della proiezione Greg si avvicina e mi dice “Vogliono invitare a cena 5 persone, il nucleo storico del fan club”.
Bene.
Nemmeno il tempo di comunicarlo agli altri che Greg torna da me e mi dice “Ok, hanno detto che possiamo andare tutti. Tutti e 15!”
Fantastico!

Ci incamminiamo verso l’Hotel Des Bains, tutti col basco rosso in testa.
Superiamo il cancello e lo aspettiamo all’ingresso dell’Hotel, lui scende dalle scale, ci guarda e si mette a ridere, poi mi guarda indicando il basco che ho in testa e mi dice “Bella idea!”
E in un attimo si trasforma in Kikujiro: si volta, fa un saltello e un gesto con la mano dicendo “Andiamo!”

Ora, ad un party per un film in Concorso quanti invitati vi aspettereste?
Moltissimi.
E invece no.
3 tavoli vicini: Kitano con il cast, un tavolino di giornalisti e…noi!
Sono senza parole.
Che regalo, che dimostrazione di riconoscenza…

In questi casi ho sempre paura che qualche “cavallo pazzo” possa distruggere tutto, ma fortunatamente la selezione è stata fatta bene: la cena procede tranquilla, terminando con foto e autografi di rito.

[Il giorno dopo lo vedrò di nuovo per intervistarlo con altri 10 giornalisti da tutto il mondo: 4 domande in tutto, la mia sarà l’ultima e la farò sull’ utilizzo della musica nei suoi film.
Non appena sbobinerò e tradurrò, posterò!]


Alla fine della cena io, Renato e Greg ci avviciniamo a Kitano per consegnarli un regalo: la maschera dei Mammuthones di Mamoiada.
Gli dico che questa maschera è un omaggio della nostra terra, la Sardegna, e che vuol essere di augurio per la creazione di tanti altri capolavori.
E a questo punto, come a Cannes e come a Venezia l’anno prima, Kitano ringrazia e dice qualcos’altro.



Avevo concluso il diary su Cannes 2007 con questa frase: “C’è un viaggio da fare, c’è una proposta da accettare, c’è una promessa da mantenere”.
Ecco.


Novembre 2008.
Tokyo.
Ristorante CHIANTI.
Affresco veneziano alle nostre spalle.
Da dx: io, Takeshi Kitano, Greg, Mathieu.

E altro non so, o non posso, o non voglio dire.