domenica, aprile 02, 2006

[Part Three]...l'incendio!

Parlare di questo film è sempre problematico.
Almeno per me.
Rischio di sembrare, nel migliore dei casi, il pubblicitario del distributore del film.
Nel peggiore dei casi invece i miei occhi diventano a mandorla.

HANA-BI.
E' il marzo del 1998.
Leggo una recensione su una rivista di cinema (Ciak o Duel, non ricordo) che si apre con, parola più parola meno, "Il film di Takeshi Kitano va lasciato decantare per coglierne appieno ogni significato", e si chiude con la notizia della vittoria del Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia del '97.
Ma si, perchè no? Sembra interessante.
Vado in videoteca, giro un po' tra gli scaffali zeppi di vhs e, miracolo!, c'è!

La prima visione mi lascia sconcertato.
La sensazione è ottima, ma non ci capisco molto...mi sembra un po' Chaplin, un po' Tarantino, un po' Antonioni...ma né Chaplin né Tarantino né Antonioni.
Riavvolgo la videocassetta, la faccio ripartire.
E questa volta riesco ad entrarci.
Dio, che meraviglia!
Che meraviglia!
Parlare delle singole scene non ha senso.
Meglio soffermarsi sul movimento del pendolo.
Sulla poesia.
Sul suono del silenzio.
Sul mare.
Su due colpi di pistola.

Questa è una dichiarazione d'amore.
Io amo Takeshi Kitano.

"Per me l'astrazione e la semplicità sono due cose opposte" T.K.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

poesia violenza amore...

delicatissimo come una fuggevole impressione, devastante come la caduta dei giorni...

Lea

aladar ha detto...

amen.

Anonimo ha detto...

ciao Mario. Io ci ho impiegato più di una visione per innamorami di K, lo ammetto. Poi però Hanabi (e tutto il cinema di Kitano) mi è rimasto nella carne come una scheggia o una pallottola. Ora quando penso a Hanabi, penso alla sequenza nella metro, ai quei ralenti strazianti, all'immagine dei corpi visti dall'alto (li vedi?..)che si contorcono nel dolore. Siamo tutti stati feriti in quella metropolitana.

aladar ha detto...

la sequenza della metro...quei fori di pallottole che si aprono come dei fiori che sbocciano...

aladar ha detto...

a parte tutta la sequenza finale, io sono legato in particolare al momento in cui horibe, sulla sedia a rotelle dopo l'agguato, ed in riva al mare, parla a nishi, e nishi abbozza un sorriso:

Marito e moglie...Bella roba! In fondo ognuno pensa solo a se stesso. Quando mi hanno dimesso sono tornato a casa. Mia moglie e mia figlia erano sedute e mi davano le spalle. Addirittura a luce spenta. 'Grazie di tutto' mi hanno detto. Se ne sono andate così, come se niente fosse, eppure hanno visto in che stato ero...
Mah, forse è stato meglio così. Ora non ho niente da fare.
Sai, mia madre dice che mi farebbe bene avere un hobby. Poesia haiku, magari un circolo di poeti...Ma mi ci vedi? Fin da giovane ho sempre e solo lavorato, non ho mai avuto un hobby.
Questo posto per me è sprecato. Almeno sapessi dipingere, ma non ho mai fatto nemmeno quello in vita mia. Non posso improvvisarmi pittore, e poi anche i colori per dipingere costano...
Non ridere di me, Nishi...ma che dici, me lo compro un basco?


...

Anonimo ha detto...

citi a memoria?^^

aladar ha detto...

seee, non esageriamo... :-D
Il cinema nero di Takeshi Kitano ;-)

Anonimo ha detto...

anche al ha un blog!!!!!!

:)

a rileggerci anche qui, allora!

frà

aladar ha detto...

ciao fra! :-x