
Oggi ho recuperato quel disco, ed oltre ad essermi passate davanti agli occhi le immagini, gli odori e i suoni di quegli anni, ho capito quanto quel disco fosse importante, l'ho capito dai crampi allo stomaco che mi ha provocato, l'ho capito dai brividi sulla schiena...conta forse qualcos'altro?
Pochi cazzi.
Born to run è uno di quei dischi talmente colmi di idee che se ne potrebbero fare altri dieci.
E sentire nuovamente quella voce roca che urla per la parte dell' America che amo, quella parte che l'altra america mette da parte ed emargina, mi ha emozionato tanto.
Uno di quei dischi acerbi, imperfetti, che ami ancora di più proprio per questo.
Perchè sono sinceri.
A parte Thunder Road, Backstreets e Born to run, sono legato in particolare a due brani.
Meeting across the river, voce piano e tromba. Struggente.
E Jungleland, il capolavoro dell’album (il capolavoro di Springsteen?), Harlem di notte fotografata come mai... il pianoforte che nel finale diventa uno scroscio di pioggia che lava la polvere e il sangue...
Eddie, Teddy, The Rat... vagabondi, emarginati, rifiuti della società, relitti umani, tutto ciò che l'altra parte considera feccia...Born to run è un viaggio insieme a queste persone.... urlando con rabbia e a squarciagola.
L' American dream? Bisogna svegliarsi.
La terra promessa? Non c'è, ma cos'altro possiamo fare se non credere che esista?
"Hey what else can we do now except roll down the window and let the wind blow back your hair..."
Chissà perchè mi è venuto in mente Chaplin.
Springsteen come Chaplin.
L'illusione di una speranza.
" 'Cause tramps like us, baby we were born to run "... nati per correre...ma verso una strada che non porta da nessuna parte.
O forse si...
:-)
