domenica, dicembre 17, 2006

Se un Dio esiste

Se un Dio esiste ha il viso di Natalie Portman.

Se un Dio esiste.

sabato, dicembre 09, 2006

S.

Un libro.
Un romanzo a fumetti.
In questo momento non sono capace di descrivere quello che ho provato leggendo S.
E non mi va nemmeno di provarci...di parlare dell'uso dei flashback, del lettering...
Shhh...silenzio.
Ho ancora la pelle d'oca.
E le lacrime.

Perfezione.
Kitano e Truffaut sono capaci di affrontare l'amore e la morte con questa delicatezza e questa profondità.
E Gipi.
Un genio.
E basta.

lunedì, novembre 20, 2006

"Oui, je suis Marie Antoinette"

Sofia Coppola è Marie Antoinette.

Terza tappa di un percorso sull' adolescenza femminile, iniziato con Il giardino delle vergini suicide e proseguito con lo splendido Lost in Translation, Marie Antoinette si pone come uno dei film più interessanti ed originali dell'anno.
Non è difficile vedere in questo percorso un filo conduttore che porta all'infanzia di Sofia, figlia di cotanto F.F.Coppola.
Solitudine, prigione dorata, peso delle responsabilità...Sofia ha vissuto tutto ciò. E cerca di affrancarvisi nel miglior modo possibile.

La Lux de Il giardino delle Vergini Suicide, la Charlotte di Lost in translation, Marie Antoinette... tutte immagini di Sofia, in altri tempi ed in altri luoghi.

Il suo merito principale è l'aver saputo tratteggiare magnificamente le gioie, le paure ed i sogni di un'adolescente catapultata a 14 anni in una prigione dorata.
Un'adolescente che si appresta a diventare Regina di Francia.

Nulla di polveroso, niente di stantio: Marie Antoinette vuole divertirsi, ha bisogno di divertirsi...il gioco delle carte, il fumo, i balli a corte ("Vi prego Maestà, non andiamo via...sono solo le 3 del mattino!")...e il rito dell' "andare a vedere l'alba", che ognuno di noi ha fatto almeno una volta a quell'età.

E poi il sesso, il sesso vissuto giocosamente: il Conte Fersen è un figo, e allora ci si guarda, si gioca, ci si seduce...e lo si immagina con aria sognante, come un poster in cui cavalca un destriero, esattamente come un'adolescente di oggi sogna davanti ad un poster di Robbie Williams.

E si indossano gioielli, si collezionano scarpe (in un' inquadratura fanno capolino delle Converse rosa, anacronismo perfettamente in accordo col tutto).
Così come la scelta di usare (fighissimi) brani di rock e pop anni '80 è un altro anacronismo per nulla forzato... l'incipit è entusiasmante anche per questo.
Classe sopraffina.

Sofia fa parte dei Gondry, dei P.T.Anderson, dei Spike Jonze, dei Wes Anderson, dei David O. Russell... gente che sta facendo quello che Scorsese & C. hanno fatto nei '70.
Esagerato? No, no...misurato!
Il tempo dirà chi ha ragione.

Se cercate la Storia andate da un altra parte.
Marie Antoinette non è il film che fa per voi.
Ma se vorrete lasciarvi trasportare da un' Autrice che usa la Storia come grimaldello per raccontare un po' di se (e di chi osserva, per chi ci si riconosce) allora siete capitati nel posto giusto.

domenica, novembre 19, 2006

My song

...a proposito di Keith Jarrett.
...a proposito di lirismo.
...a proposito di "Jarrett non suona jazz".
Fottetevi.

E Jan Garbarek ti strazia il cuore.

E il solo di Palle Danielsson in Country è fantastico.


E sembra un disco di stamattina.

Invece è del 1977.

Quando un disco può salvare una giornata andata a male. Ecco.

domenica, ottobre 01, 2006

Rainy Day Man

Io amo il folk.
Me ne sono accorto tardi.
Non l'ho mai chiamato per nome, forse perchè lo ascoltavo mascherato.


Bruce Springsteen suona il folk, e lo stempera nel rock.
James Taylor suona il folk.
Un folk con venature jazz.


Dove va James quando compone? Da dove estrae certe progressioni armoniche così particolari e così...perfette?
E quelle melodie così personali e riconoscibili?
Quali sono i percorsi che lo portano a scrivere pezzi come Caroline I see you e On the 4th of July?

Dici James Taylor e pensi a You've got a friend o Mexico.
Io preferisco rincorrerlo nelle pieghe più intime di brani come Secret O' Life, Enough to be on your way e Valentine's Day...

E un giorno di pioggia diventa ancora più piacevole.
Si si...piacevole :-)

venerdì, settembre 22, 2006

Meeting across the river

Hey, Eddie, can you lend me a few bucks
And tonight can you get us a ride
Gotta make it through the tunnel
Got a meeting with a man on the other side



Hey Eddie, this guy, he's the real thing
So if you want to come along
You gotta promise you won't say anything
'Cause this guy don't dance
And the word's been passed this is our last chance

We gotta stay cool tonight, Eddie
'Cause man, we got ourselves out on that line
And if we blow this one
They ain't gonna be looking for just me this time

And all we gotta do is hold up our end
Here stuff this in your pocket
It'll look like you're carrying a friend
And remember, just don't smile
Change your shirt, 'cause tonight we got style

Well Cherry says she's gonna walk
'Cause she found out I took her radio and hocked it
But Eddie, man, she don't understand
That two grand's practically sitting here in my pocket

And tonight's gonna be everything that I said
And when I walk through that door
I'm just gonna throw that money on the bed
She'll see this time I wasn't just talking
Then I'm gonna go out walking

Hey Eddie, can you catch us a ride?

domenica, settembre 17, 2006

"Ridateci i soldi"

Lido di Venezia, 7 settembre 2006

Capita che in una notte veneziana non riesci a dormire e allora ti svegli prestissimo.
Alle 6.00.
E sei pure incazzato perchè la notte prima non hai restituito in tempo il pass per accedere al (retro del) Casinò, e dovrai inventarti qualcosa per convincere la signorina dell'Info Point a concederti il pass anche per le giornate seguenti.
Arrivi alla zona cinema alle 8.30, ti siedi nei tavolini all'aperto e bevi un caffè.
Porti gli occhiali da sonno e speri che nessuno ti rivolga la parola perchè potresti azzannarlo alla gola.
E ti viene un'idea per stroncare un film che hai visto due giorni prima.

Il film in questione è The wicker man di Neil Labute.
Io amo Neil Labute, è un autore fantastico. I suoi due primi film, Nella società degli uomini e Amici e vicini sembrano girati da Todd Solondz. Sono cattivissimi, acidi.
E vedere, a mezzanotte in Sala Grande, 'sta robetta con Nicolas Cage mi ha veramente deluso.
The wicker man è un film inutile.
Inutile perchè non si sentiva il bisogno di fare un remake dell'originale del 1973 di Robin Hardy (che già non era un capolavoro).
Inutile perchè Neil Labute ha le capacità ed il talento per realizzare opere ben superiori.
Ed inutile perchè The wicker man è un film fondamentalmente noioso. E per un film che vuole essere un "horror che puzza di zolfo" è peccato mortale!

Incontrando Neil Labute alla fine del film non ho avuto il coraggio di dirgli nulla. Avevo la locandina di Nella società degli uomini e lui è rimasto molto sorpreso...ha esclamato "Oh My God! This is a come back!" e poi mi ha buttato un "Thank you very much" grande come una casa...come potevo dirgli "Il tuo film è uno spaccamento di palle"?
E allora mi sono rifatto a distanza di due giorni.
Dopo aver bevuto il caffè ho preso un foglio dallo stand di Ridateci i soldi e mi sono messo a scrivere.

Ridateci i soldi è una sorta di concorso che Gianni Ippoliti organizza da 10 anni alla Mostra del Cinema di Venezia.
Scopo del gioco è scrivere una stroncatura di un film visto alla Mostra, oppure "satireggiare" su qualche aspetto della Mostra stessa.
Tutti (ma tutti!) i fogli su cui viene scritta la "stroncatura" vengono appesi in alcuni muri posti vicino al Casinò ed al Palazzo del Cinema per poter essere visionati da ogni persona ciondolante per il Lido, e ad insindacabile giudizio di Ippoliti e di alcuni suoi collaboratori l'ultimo giorno della Mostra viene consegnato il premio al vincitore: una enorme coppa di legno! :-D

Beh, incredibile ma vero, appena ho consegnato ad Ippoliti il foglio con la "stroncatura" lui è impazzito e mi ha riempito di complimenti.
E sono arrivato tra i 6 finalisti (ci saranno stati un 2000 fogli appesi a quei muri) che si sono contesi la Coppa Codacons "Ridateci i soldi"! :-D
Sono cose da raccontare ai nipotini queste, ahahahah!!!

Queste sono le 6 stroncature finaliste


e questo è l'ingrandimento della mia



con il testo:

THE WICKER MAN
Dato un sistema di assi cartesiani, misuriamo sull'asse delle ascisse il tempo t (in min.) e sull'asse delle ordinate la pressione P (in atmosfere).
Dal grafico possiamo notare come, con l'avanzare del tempo (col procedere del film) la pressione P (intesa come "spaccamento di palle", S) aumenta via via, assumendo un andamento asintotico.
Possiamo allora calcolare il limite, per t che tende ad infinito, della nostra funzione f(t) (lo spaccamento di palle, appunto), la cui relazione è:

lim f(t) = K
t->∞

dove K ha un valore che varia a seconda dell'abitudine del cinefilo a vedere film che fungono da mola.
Nel caso del sottoscritto, abituato a vedere film di ogni sorta, il valore di K è elevato (10 atm.), e di conseguenza la funzione S tende ad avvicinarsi all'asintoto orizzontale (di equazione Y = K) senza incontrarlo mai.
Caro Neil Labute, ma "Nella società degli uomini" l'hai girato proprio tu?


Questa recensione, sorta di funzione matematica applicata al cinema, ha divertito tanta gente (giuro!), ma ciò non è bastato a farmi vincere la coppa!
Ogni tanto qualcuno mi chiama dicendomi che ha visto Ippoliti commentare la mia "stroncatura" su Sky Cinema.
L'anima pia che mi elargirà copia della puntata suddetta avrà la mia eterna gratitudine :-)

venerdì, settembre 15, 2006

LYNCHipit

Un piccolo antipasto da Venezia 2006.
Guardate quest'uomo, questo bellissimo uomo.
Questo Genio capace di creare l'ennesimo capolavoro.


Tremavo come una foglia.
Alla fine è bastato un suo sorriso per darmi la forza di dirgli grazie :-)

mercoledì, settembre 13, 2006

Kikujiro no natsu

Sono tornato.
Non ho voglia di scrivere di Venezia, è ancora tutto troppo intenso.
Devo lasciar decantare. Riordinare i pensieri. Almeno ci riuscissi...


Ci ho provato riguardando questo film, che finalmente oggi è uscito in DVD.
Kikujiro no natsu (L'estate di Kikujiro) è l'ottavo film di Takeshi Kitano. Mi rendo conto che parlare di capolavoro per (quasi) ogni film di Kitano possa risultare eccessivo, ma lo è solo per chi non conosce il suo cinema.
Kitano prende una storia classica come il viaggio on the road e la trasforma, la filtra, regalando agli occhi, al cervello ed allo stomaco un' opera dolcissima e malinconica.
Beat Takeshi interpreta un fallito, un perdigiorno che sta a ciondolare tra i locali a luci rosse e le scommesse, un derelitto che ha preso e che continua a prendere calci in bocca dalla vita.
Un giorno accetta controvoglia di accompagnare il piccolo Masao alla ricerca della mamma che non ha mai conosciuto. Forse per guadagnare qualche soldo, forse perchè tanto non ha nulla da fare.
E questa persona burbera, egoista, senza dignità (si veda la scena in cui prende i soldi del bambino per giocarli alle corse) col passare delle ore e dei giorni si affeziona sempre più al bambino, lo coccola, lo culla, perchè si riconosce in lui.
"Io e te siamo proprio uguali", sussurra Kitano a Masao dopo aver atteso invano per giorni un autobus in una fermata sperduta nel nulla.
E un istante prima di suonare al campanello della casa della madre quel sorriso amaro - "Va a finire che me la sposo...e tu diventeresti mio figlioccio...e dovrai chiamarmi papà...dai, prova a dirlo...papà..."- è una lama nel cuore.
Un uomo solo e sconfitto, che desidera tante cose ma che non le ha...e probabilmente non le potrà avere mai.
E la vita è crudele, la mamma di Masao si è fatta un'altra famiglia. Masao la vede da lontano, si nasconde, Kitano lo consola a suo modo: "Quella non è tua madre...tua madre deve aver cambiato casa..."
Non riesce nemmeno a fingere. Non ci crede lui, non ci crede Masao.

Sulla spiaggia il cielo è dello stesso colore del mare. "Andiamo via, dai...andiamo", si prendono per mano, si guardano negli occhi, si riconoscono.
Sono uguali. Ugualmente infelici. Ugualmente soli.
Da questo momento il viaggio si trasforma.
"Solo per il bambino", la combriccola squinternata che si forma via via è tutta tesa a far giocare Masao, a cercare di suturare la profonda ferita della visione dellla madre con un'altra famiglia...con un inserto splendido: Kitano, in una delle scene più belle del film, va a trovare la madre all'ospizio ma non ha il coraggio (la forza?) di andare a salutarla, il tutto commentato da un Joe Hisaishi in stato di grazia.

Ci sono echi chapliniani in questo film, e l'accostamento non è per nulla azzardato.
La vita è difficile e a volte fa paura. Kitano non fa sconti nemmeno a Masao: la scena del pedofilo è terrificante, pur se stemperata nel finale, e gli incubi notturni del bambino lo mostrano molto chiaramente.
E allora il rifugio è nel giuoco, o in una notte limpida e stellata.

Il film è suddiviso in capitoli: capitoli dell'album di Masao, "Cosa ho fatto l'estate scorsa", ed il tempo è scandito dal modo in cui vede ciò che sta vivendo, anche se si ha la fortissima impressione che Masao capisca perfettamente tutto ciò che accade ma che non abbia la forza, a 8 anni, di accettarlo. E allora il pestaggio di Kitano diventa "Il signore è caduto dalle scale", il pedofilo diventa "L'uomo cattivo"...
Nell'estate di Masao non ci sono nomi propri: Kitano è chiamato semplicemente "signore", e gli altri personaggi bizzarri incontrati nel viaggio sono il "signor pelato", il "signor ciccione" e il "signor poeta". Personaggi senza nome di un viaggio che è diventato senza meta.

E il viaggio, l'estate che doveva essere del piccolo Masao si trasforma nell'estate di Kikujiro/Kitano...nel bellissimo, straziante finale in cui Masao chiede al "signore" il suo nome ("Signore, ma tu come ti chiami?") dopo una settimana passata insieme, subito dopo che Kitano mente per l'ennesima volta dicendo che lo accompagnerà ancora a cercare sua madre.
Kikujiro mente a Masao, Masao mente a Kikujiro. Ed entrambi mentono a loro stessi.
Entrambi sanno che non si vedranno più.
Entrambi sanno che la mamma di Masao è andata via per sempre.
E il volto monolitico, pietrificato, impassibile di Kitano quando le ali dello zaino di Masao lo portano via è devastante.

Un viaggio, una parentesi. Cercare di stare il più possibile all'interno, perchè al di fuori c'è il nulla.
Senza speranza.

mercoledì, agosto 30, 2006

N° 5

E alla fine, contro tutto e tutti, si parte.
Domani alle 10.15 sarò a Venezia. Rientro previsto il 10 settembre.
Sono due in particolare le perle da visionare: Inland Empire di David Lynch e Hey Yanquan (I don't want to sleep alone) di Tsai Ming-Liang.
Più chicche sparse come i film di Kiyoshi Kurosawa, Neil Labute, Satoshi Kon, Shinji Aoyama, Katsuhiro Otomo, Manoel De Oliveira, Alain Resnais...
Meno divi, più film.
Ottimo.

Matane

UPDATE

C.V.D.
Mi sembra di essere finito in un film girato ad Haiti, con sangue, zampe di gallina e riti vodoo.
Alle 19.00 mi è arrivato un sms (!!!) dalla Alpi Eagles: "Il suo volo Olbia-Venezia delle 9.05 è stato annullato. Nuova prenotazione alle 22.20. Saluti."
Chiamo l'agenzia di viaggi e mi dicono che devo prendere l'aereo alle 22.20 di oggi, non di domani. E io non ho fatto ancora la valigia. Fortuna che si erano sbagliati, ed in effetti il volo è domani.
Ce la farò?

martedì, agosto 22, 2006

Aguirre furore di Dio

Questo è un film malato.

Oggi non si potrebbe mai girare un film così, e a pensarci bene non si sarebbe potuto girare nemmeno allora.
Solo che Herzog è pazzo.
Almeno quanto Kinski.
Almeno.

Ho sentito la nebbia sulla faccia, ho sentito l'odore della palude, ho respirato l'aria malsana delle piante amazzoniche, ho sentito gli occhi di Kinski sotto la pelle.
Il modo in cui si muove verso la camera e se ne allontana ti rimane impresso per giorni. Un freak squilibrato.
Il colore viola della maglia sotto l'armatura che stride con il placido verde della foresta amazzonica è presagio di morte. Che non tarda ad arrivare.
Herzog e Kinski hanno creato un personaggio indimenticabile.

Kinski è pazzo.
Werner Herzog lo è di più.
Di quella pazzia che sconfina nel Genio.

venerdì, agosto 18, 2006

Everybody's gotta learn sometime

Change your heart, look around you
Change your heart, it will astound you
I need your loving like the sunshine
And everybody's gotta learn sometime
Everybody's gotta learn sometime
Everybody's gotta learn sometime

Change your heart, look around you
Change your heart, it will astound you
I need your loving like the sunshine
And everybody's gotta learn sometime
Everybody's gotta learn sometime
Everybody's gotta learn sometime

I need your loving like the sunshine
And everybody's gotta learn sometime
Everybody's gotta learn sometime
Everybody's gotta learn sometime...

venerdì, agosto 11, 2006

A gift

Un regalo.
Ascoltate il Tango apasionado dell'immenso Astor Piazzolla.
Quindi lustratevi gli occhi con il più bel cofanetto mai realizzato nell'universo: il Capolavoro tra i capolavori del Maestro Wong Kar Wai, Happy Together.

Non mi offenderei nel riceverlo. Assolutamente no... :-)

lunedì, agosto 07, 2006

Venezia 2005 - And now then

Due settimane dopo la fine del Festival di Venezia, il 25 settembre 2005, viene trasmesso sulla Asahi Tv lo speciale su Takeshi Kitano e il suo TAKESHIS'.
Degli amici di Tokio, avvisati tempestivamente, scattano col cellulare queste foto davanti alla tv.
Noi e Kitano



scena del sumo di SONATINE (nel riquadro in basso a sinistra la scena originale del film) con commento sonoro originale


scena finale di SILENZIO SUL MARE (nel riquadro in basso a sinistra la scena originale del film) con commento sonoro originale



Tutto questo in uno Special in cui, tra le altre cose, veniamo intervistati sulla spiaggia in italiano con i sottotitoli in giapponese, Kitano parla di noi e del Fan Club e in ascensore all'Hotel Excelsior commenta la maglietta di Mathieu, io dirigo la scena del sumo di SONATINE facendo vedere agli attori come devono cadere...
Ah, chiaramente in questo speciale ci sono anche immagini del film TAKESHIS', immagini della passerella ed interviste a Kitano, Mori, il cast di TAKESHIS', Miike Takashi, Tsukamoto...
Roba da nulla, no? :-)

Beh, che altro dire…parole ne ho usate abbastanza…vorrei chiudere con questa foto


I protagonisti di questi 11 giorni da sogno: (accosciati da sinistra) Renato, Emanuele, Paoletta, Mauro, il Butcher (paragonabile solo al Butcher); (in piedi) Pascale, Fabrizio, Tiziana, Federica, Roberto, io, Greg, Simone, Mathieu, Guillaume.
Un semplice, ma densissimo, Grazie.
Senza di voi questi 11 giorni non sarebbero stati così meravigliosi.
Con buona pace di Kitano e di tutti gli altri.

Matane

domenica, agosto 06, 2006

Venezia 2005 - 10 settembre

E il nostro Festival finisce oggi.
E’ l’ultimo giorno.
Iniziano a moltiplicarsi le voci sul probabile Leone D’oro: i nomi più gettonati sono Clooney e Ang Lee, due film che purtroppo non ho visto.
Tanto per non farci mancare nulla nemmeno l’ultimo giorno incontriamo Willem Dafoe , a Venezia insieme alla moglie e regista Giada Colagrande



Prima della Cerimonia di Premiazione ci concediamo la visione di PORCO ROSSO di Miyazaki.
Non l’avevo mai visto…l’animazione di questo lungometraggio raggiunge livelli straordinari, da questo punto di vista credo sia il punto più alto mai toccato da Miyazaki.
E in sala ci si gasa anche per i dialoghi: un aviatore maiale che è la copia di Bogey e che dice cose come “un maiale deve volare” e “meglio maiale che fascista”
Delizioso.
Entro all’ Hotel Excelsior mezz’ora prima della cerimonia e incontro uno scazzatissimo Garrell e un Ang Lee in gran tiro. Forse la notizia gli è già stata comunicata


…arriva Clooney e come sempre ha un sorriso per tutti. Uno dei più abili venditori di se stesso del mondo.
Cerimonia di Premiazione: presentano Inès Sastre e Massimo Sebastiani, ed era ora che una tale manifestazione scegliesse dei presentatori che lavorassero in un modo se non altro sobrio. Chi ricorda le cerimonie di chiusura firmate Claudia Gerini e soprattutto Gigi Marzullo (no, dico, Marzullo!!!) capirà cosa voglio dire…
Si raduna una gran folla davanti ad un maxischermo piazzato per l’occasione, alla sinistra del Casinò.
Ci sediamo in terra. Ormai ci si conosce più o meno tutti, almeno di vista, dopo 11 giorni…si è avuto modo di scambiare opinioni su quel film o su quel regista…sembra di essere allo stadio, c’è chi parteggia per il proprio film preferito o per il proprio attore. L’unico momento in cui siamo tutti d’accordo è quando fischiamo la Coppa Volpi come migliore attrice a Giovanna Mezzogiorno.
Il Leone d’Oro va ad Ang Lee, e tutto sommato la sua vittoria viene accolta con soddisfazione quasi da tutti. Personalmente sono felice dei premi a Garrell (ed al suo direttore della fotografia) e a Ferrara…mentre il premio alla Huppert…che c***o significa il “Leone Speciale per il Complesso dell’Opera” alla Huppert? Sarebbe stato sacrosanto darle il premio di miglior attrice, altrochè…ma siamo a Venezia e come sempre si deve dare un premio almeno ad un attore italiano…stendiamo un velo che è meglio…
Stiamo per tornare a casa quando accade una cosa fantastica: Clooney esce dalla Sala Grande e, nemmeno a dirlo, giornalisti, cameraman e fan gli si buttano sopra…tutti su di lui e nessuno su Hayao Miyazaki, che esce immediatamente dopo di lui. Non credo ai miei occhi.
E’ insieme al suo interprete, un ragazzo italiano gentilissimo…mi avvicino e dico due parole al Maestro, con un emozione indescrivibile, e gli stringo la mano, quella mano che ha creato tanti di quei capolavori… il mio cuore sta per fermarsi…e quando chiedo timidamente se posso fare una foto insieme a lui mi sorride, e l'interprete mi dice “Certo, ma spostiamoci in un posto più tranquillo”. Aiuto…
Arrivano gli altri…ed ecco immortalato il momento




Lo ringrazio e lui mi dà due pacche sulle spalle. Che Uomo, che Artista, che Genio.
Siamo felici. Lo spumante ci aspetta a casa, ma mentre siamo fermi di fronte alla passerella una delle maschere ci chiede se vogliamo entrare in Sala Grande, gratis! (dopo tutti i soldi che ho speso me lo meriterei pure…), a vedere il film di chiusura della Mostra, THE DESCENT di Neil Marshall.
Il regista è in sala e ormai al Lido è rimasta poca gente (e pochi biglietti sono stati venduti per il film), ecco svelato l’arcano
Prima di sederci ci avviciniamo al direttore della mostra Marco Muller e, nel ringraziarlo per la scelta dei film (a parte MUSIKANTEN devo dire che i film che ho visto erano tutti più che dignitosi, con delle punte eccezionali!) e per aver portato Kitano, Miyazaki e Park, gli consegniamo la maglia del Takeshi Kitano Sassari-Venezia Fan Club.
Mauro riprende con la sua telecamera il momento: Muller prende la maglia e dice “ beh…grazie ragazzi…beh, ora però lo devo fare…si si lo devo fare…”
Noi ci guardiamo e pensiamo “Aiuto…che vuole fare questo?” …e lui urla “KITANO TAKESHIIII…..BANZAAAAAAAAAAAAAAAAAI !!!!”
Giuro che non appena rimetteremo in sesto il sito del fan club metterò on-line questo video perché è una cosa esilarante!!!
La scelta di vedere il film si rivelerà comunque azzeccata: passo due ore divertentissime e mi spavento da morire …un film low-budget davvero ben girato, claustrofobico e cattivissimo…si perde un po’ verso la fine ma per me rimane un gran film. [voto: 7+]
Ci incamminiamo verso casa.
Stappiamo la bottiglia di spumante, beviamo e ci salutiamo.
L’indomani si parte. E come sempre la partenza è un po’ triste.
Chi rischia di far cadere qualche lacrima, chi la fa cadere…chi ride e parla di improbabili incontri tra un mese in una qualche città d’ Italia…è così.
Chi ama il Cinema e ha vissuto dei giorni così intensi può capire cosa provo.
Ma 12 mesi non sono poi tanti.
Venezia ci aspetta ancora a braccia aperte.
Ce lo meritiamo.

つづく

sabato, agosto 05, 2006

Venezia 2005 - 9 settembre

Nemmeno il tempo di riprendersi dalla meravigliosa esperienza di ieri che arriva il giorno di Hayao Miyazaki.
Il Dio dell’animazione.
Come dire Walt Disney, ma con più spessore
Oggi gli sarà consegnato il Leone d’Oro alla Carriera. E lui ci sarà. Lui che non si muove mai dal Giappone, nemmeno se deve ritirare orsi d’oro o oscar.
Ma a Venezia ci sarà.
In quattro anni di Festival è la prima volta che vedo un giorno di pioggia. E che pioggia. Mi dicono che Piazza San Marco è completamente allagata.


E’ il penultimo giorno del festival e c’è poca gente, come accade ogni anno verso la fine.
Per noi è una pacchia, e approfittiamo della pioggia scrosciante per ripararci all’interno del Casinò proprio nel punto in cui passerà Miyazaki.
Mentre stiamo pensando ai fatti nostri passano 5 persone davanti a noi…ci guardiamo senza capire che succede. Miyazaki ci è passato sotto il naso.
Lo aspettiamo all’uscita (detto così sembra chissà che…), ed eccolo.


Timidissimo.
Il mio amico Simone di Viareggio, miyazakiano almeno quanto io sono kitaniano, gli offre un Totoro


con un biglietto (in giapponese) di congratulazioni per il premio del Leone d’oro alla carriera. Hayao ringrazia sinceramente colpito.
Non mi azzardo ad avvicinare Pupi Avati che bestemmia in turco al telefono.


Ore 16.00: passerella del Leone d’oro alla carriera. Sulla musica di Joe Hisaishi tratta da THE HOWLING CASTLE accade questo.
Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki (produttore dello Studio Ghibli)




Marco Muller è felice come un bambino, ed è grazie a lui se Miyazaki è qui.
Si lascia andare a frasi come “Miyazaki è Dio” e “I suoi film mi hanno cambiato la vita” prima di consegnargli il Leone d’Oro alla Carriera.
Prende la parola Miyazaki ed ogni volta che l'interprete traduce rischia di venire giù la Sala Grande dagli applausi. In particolare quando dice che continuerà a disegnare ed a fare film. Era ciò che tutti volevamo sentire
Con il leone d’oro sulle ginocchia Miyazaki si accomoda vicino a Muller e a Toshio Suzuki.
Si spengono le luci: inizia la proiezione del cortometraggio ON YOUR MARK, seguito da NAUSICAA NELLA VALLE DEL VENTO.

...non sto a spiegare l’emozione di vedere NAUSICAA con il suo autore seduto due file dietro di te. Ogni tanto mi giro e lo vedo lì. Che guarda uno dei suoi capolavori. Poi mi giro ed è ancora lì. Non è sparito.
Come si fa a spiegare l’emozione di una cosa simile? Non si può.
Alla fine Miyazaki c’è per tutti. Fa tenerezza la precisione con cui firma ogni locandina, ogni dvd, ogni foglio bianco, addirittura ogni t-shirt (una ragazzina scoppia in lacrime per un Totoro che gli viene disegnato sulla maglia dello Studio Ghibli…lacrime che non sono certo da paragonare alle lacrime per un Costantino qualunque…)… e non una X ma il suo nome per intero.
Un bagno di fans e lui si diverte come un ragazzino.
Sono estasiato
La degna conclusione di 10 giorni splendidi.
Gli amici del servizio d’ordine dei Palazzi (si, ogni tanto si trovano anche persone umane e intelligenti tra i bodyguards) ci salutano, il Festival per loro finisce oggi.



つづく

martedì, agosto 01, 2006

Venezia 2005 - 8 settembre

Questo è uno di quei giorni che capita una volta nella vita.

Antefatto: 2 settembre, pomeriggio.
Una giornalista di una delle troupe giapponesi (ASAHI TV, di Tokio) con cui abbiamo fatto amicizia mi chiede se ci può fare un’ intervista “ufficiale” e seria come fan club di Takeshi Kitano, possibilmente dopo qualche giorno. Si decide per l’8 settembre, giorno in cui non abbiamo granchè da vedere.
Io dico naturalmente di si, ma propongo: “Dato che siamo a Venezia, e dato che il mare è uno degli elementi principali dei suoi film [lo so, sono un ruffiano], perché non fare l’intervista sulla spiaggia?”
La giornalista giapponese, Ako, accetta con entusiasmo…e allora, non contento, azzardo: “E se noi recitassimo alcune scene di alcuni film di Kitano? Hana-Bi, Silenzio sul mare,Sonatine...?”
“GREAT!!!!!” esplode Ako.

8 settembre: chiediamo l’autorizzazione per filmare e ci incamminiamo verso l’ingresso della spiaggia pubblica (a 500 metri dal Palazzo del Cinema).
Sono le 10 del mattino, arriviamo sulla spiaggia semideserta



…l’atmosfera è irreale, un misto di nervosismo ed eccitazione, una sensazione bellissima.
Si inizia a piazzare la telecamera


Ci sediamo sulla sabbia bollente, seduti a semicerchio: 15 amanti sfegatati del cinema di Takeshi Kitano che rispondono a domande per circa 45 minuti (dopo qualche ora ci diranno che è stato L’Office Kitano a commissionare questa intervista, che andrà a far parte di uno speciale di un’ora che verrà trasmesso alla fine di ottobre. Ako mi promette che mi manderà una copia dello speciale).
Finita l’intervista arriva il momento più divertente: dirigere i movimenti di macchina della troupe giapponese.
Per HANA-BI propongo di girare la scena in cui due ragazzi giocano a baseball per la strada e Kitano/Nishi li prende in giro scagliando la palla lontano da loro.
Dato che sono un fanatico del c***o e mi ricordo perfettamente le inquadrature in sequenza di tutta la scena, giriamo con campi e controcampi cercando di rispettare il più possibile la scena originale





SUMIMASEN!


Dopo una piccola pausa


necessaria per far smaltire alla troupe giapponese i crampi dalle risate derivanti dall’osservare un manipolo di esaltati (ma ammiratori sinceri), giriamo in piano sequenza la scena di SILENZIO SUL MARE in cui la ragazza di Shigeru arriva sulla spiaggia e piega degli abiti lasciati sulla sabbia, non accorgendosi che sono abiti di qualcun altro



Sembra davvero di essere sul set di un film. Greg e Paola ricevono un applauso da noi e dalla troupe, mentre, giuro!, alcuni curiosi, oltre ad applaudire, chiedono se si sta girando un film di Kitano!!!!…e una ragazza addirittura chiede se io sono un regista, un tal Francesco X …la mia amica a cui l’hanno chiesto non si ricordava il cognome...ihihih, vedete? basta dire due stronzate con una telecamera al tuo fianco e subito la gente crede che sei una persona famosa! :-D
Discutiamo su come affrontare la scena finale


che sarà la scena del sumo sulla spiaggia di SONATINE (peccato non avere una gru per il dolly ) :-D


Fantastico. Mi vengono in mente tante altre cose da poter girare…ma è tardi, dobbiamo andare, loro devono andare. Ci salutiamo.


Senza parole. Senza parole. Senza parole.

つづく

domenica, luglio 30, 2006

Venezia 2005 - 7 settembre

Si aspetta Tim Burton , che fa allontanare tutte le persone presenti nel raggio di 10 km. Ma tanto stasera lo vedremo in sala…


Dopo svariati tentativi finalmente riesco ad incontrare Giuseppe (AKA Effetto Notte): ci conosciamo “nel virtuale” dal 2002 (forum cinematografici di 35mm e di Pigrecoemme), una persona sanguigna, schietta, diretta, colta, simpaticissima.
Proprio come appare nei forum, proprio come me lo aspettavo. Una gran persona!


Ore 17.00: visione di VERS LE SUD di Laurent Cantet.
Un’altra boccata di aria pura. Charlotte Rampling insieme alla Huppert è la mia favorita per la Coppa Volpi. Cantet si discosta dalle tematiche dei suoi due precedenti film (che ho amato molto, A TEMPO PIENO e RISORSE UMANE) ma colpisce ancora nel segno. [voto: 7,5]
Subito dopo, ore 19.30, THE CORPSE BRIDE DI Tim Burton.
Quest’anno non c’è Johnny Depp ma l’accoglienza è ugualmente grandiosa.


Tim Burton arriva con la moglie Helena Bonham Carter, che doppia il personaggio della sposa cadavere.


Qui è necessario soffermarsi un attimo e dire una parola: CAPOLAVORO.
Semplicemente la cosa più bella che ho visto a Venezia (a proposito, perché mettere fuori concorso un film come questo e mettere invece in concorso roba come CINDERELLA MAN o PROOF? ).
Un capolavoro assoluto, forse la cosa più bella di Burton…ho pianto, ho riso e mi sono esaltato come non mi succedeva da tempo.
Il momento in cui Depp suona il pianoforte…
Poesia pura. [voto: 10]
Alla fine del film per avere l’autografo sulla locandina di Mars Attacks ho rischiato la morte (mi sono incastrato su degli spuntoni di ferro, spinto dai fans scalmanati)…anzi, sono morto , e questa è la mia sposa!



つづく